Accadde Oggi 14 agosto 1941:
Muore Massimiliano Maria Kolbe
Nel campo di concentramento di Auschwitz muore Massimiliano Maria Kolbe. Il sacerdote francescano si è offerto volontario per il bunker della fame al posto di Francesco Gajowniczek, un prigioniero che alla condanna è scoppiato in lacrime per la famiglia che lo attendeva a casa.
Accadde Oggi 14 agosto 1941
78 anni fa - accaddeoggi.it ©

Il frate polacco Massimiliano Maria Kolbe nato a Zdunka Wola l'8 gennaio 1894 era giunto prigioniero nel campo di concentramento nazista di Auschwitz alla fine del maggio 1941, dove qualche mese dopo fu impiegato nei lavori di mietitura.
Per la fuga di un prigioniero, dieci persone furono destinate a morire nel "bunker della fame" ma quando una di loro, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime pensando alla famiglia che lo aspettava, padre Kolbe si offrì di morire al suo posto.
Dopo due settimane senza acqua e cibo quattro di loro erano ancora vivi e continuavano a pregare, un gesto che impressionò le guardie naziste che optarono per una morte più rapida mediante iniezione di acido fenico.
Il 14 agosto 1941 al medico nazista che si accingeva a praticargli l'iniezione letale Kolbe disse: "Lei non ha capito nulla della vita. L'odio non serve e niente. Solo l'amore crea."
L'espressione "Solo l'amore crea" fu più volte ricordata da papa Paolo VI quando Kolbe fu beatificato nel 1971 e Giovanni Paolo II nella cerimonia di canonizzazione ne ha ricordato il sacrificio.
(Nella foto: padre Massimiliano Kolbe in un'immagine del 1939)
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Accadde Oggi 14 agosto 1941
Muore Massimiliano Maria Kolbe
Nel campo di concentramento di Auschwitz muore Massimiliano Maria Kolbe. Il sacerdote francescano si è offerto volontario per il bunker della fame al posto di Francesco Gajowniczek, un prigioniero che alla condanna è scoppiato in lacrime per la famiglia che lo attendeva a casa.
Accadde Oggi 14 agosto 1941
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Il frate polacco Massimiliano Maria Kolbe nato a Zdunka Wola l'8 gennaio 1894 era giunto prigioniero nel campo di concentramento nazista di Auschwitz alla fine del maggio 1941, dove qualche mese dopo fu impiegato nei lavori di mietitura.
Per la fuga di un prigioniero, dieci persone furono destinate a morire nel "bunker della fame" ma quando una di loro, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime pensando alla famiglia che lo aspettava, padre Kolbe si offrì di morire al suo posto.
Dopo due settimane senza acqua e cibo quattro di loro erano ancora vivi e continuavano a pregare, un gesto che impressionò le guardie naziste che optarono per una morte più rapida mediante iniezione di acido fenico.
Il 14 agosto 1941 al medico nazista che si accingeva a praticargli l'iniezione letale Kolbe disse: "Lei non ha capito nulla della vita. L'odio non serve e niente. Solo l'amore crea."
L'espressione "Solo l'amore crea" fu più volte ricordata da papa Paolo VI quando Kolbe fu beatificato nel 1971 e Giovanni Paolo II nella cerimonia di canonizzazione ne ha ricordato il sacrificio.
(Nella foto: padre Massimiliano Kolbe in un'immagine del 1939)

Il frate polacco Massimiliano Maria Kolbe nato a Zdunka Wola l'8 gennaio 1894 era giunto prigioniero nel campo di concentramento nazista di Auschwitz alla fine del maggio 1941, dove qualche mese dopo fu impiegato nei lavori di mietitura.
Per la fuga di un prigioniero, dieci persone furono destinate a morire nel "bunker della fame" ma quando una di loro, Francesco Gajowniczek, scoppiò in lacrime pensando alla famiglia che lo aspettava, padre Kolbe si offrì di morire al suo posto.
Dopo due settimane senza acqua e cibo quattro di loro erano ancora vivi e continuavano a pregare, un gesto che impressionò le guardie naziste che optarono per una morte più rapida mediante iniezione di acido fenico.
Il 14 agosto 1941 al medico nazista che si accingeva a praticargli l'iniezione letale Kolbe disse: "Lei non ha capito nulla della vita. L'odio non serve e niente. Solo l'amore crea."
L'espressione "Solo l'amore crea" fu più volte ricordata da papa Paolo VI quando Kolbe fu beatificato nel 1971 e Giovanni Paolo II nella cerimonia di canonizzazione ne ha ricordato il sacrificio.
(Nella foto: padre Massimiliano Kolbe in un'immagine del 1939)
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