Accadde Oggi 14 maggio 1931:
Schiaffeggiato Toscanini
A un ingresso laterale del teatro Comunale di Bologna il maestro d'orchestra Arturo Toscanini viene schiaffeggiato da una camicia nera per avere rifiutato di eseguire l'inno del partito fascista "Giovinezza" e la marcia reale.
Accadde Oggi 14 maggio 1931
91 anni fa - accaddeoggi.it ©
(Nella foto: Arturo Toscanini nei primi mesi del 1931)
Per la la sera del 14 maggio 1931 al teatro comunale di Bologna è in programma un concerto in memoria di Giuseppe Martucci, direttore emerito dell'orchestra bolognese alla fine dell'800, con la direzione del maestro Arturo Toscanini.
In quell'occasione il sessantaquattrenne Toscanini rifiuta di eseguire l'inno fascista "Giovinezza" e l'inno reale al cospetto del ministro Galeazzo Ciano e di Leandro Arpinati e per questa ragione, raggiunto in una via laterale del teatro da alcuni squadristi delle camicie nere, viene aggredito e schiaffeggiato
Nel riportare l'evento il giornalista Indro Montanelli, riferirà che tra gli aggressori figurava il giovane Leo Longanasi, una circostanza che secondo altre fonti non è confermabile.
Vista la situazione il maestro Arturo Toscanini rinuncia al concerto e si rifugia all'hotel Brun dove viene raggiunto dal federale Mario Ghinelli e da un gruppo di facinorosi al suo seguito, che gli intima di lasciare la città ha a cuore la propria incolumità; una mediazione di Ottorino Respighi con i gerarchi fascisti permette al compositore di accompagnare Toscanini al treno quella stessa sera.
Alcuni giorni dopo, il 19 maggio, l'assemblea regionale dei professionisti e artisti deplorerà "il contegno assurdo e antipatriottico" tenuto da Toscanini e sul giornale "L'Assalto" Leo Longanesi scriverà: "Ogni protesta, da quella del primo violino a quella del suonatore di piatti, ci lascia indifferenti".
Una vicenda destinata ad avere un seguito, che porterà Toscanini all'inviare una feroce lettera di protesta a Benito Mussolini, maturando poi la decisione di lasciare l'Italia, tornandovi a dirigere solo a guerra terminata.
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Vergine (24 agosto - 22 settembre)
(23 settembre - 22 ottobre) Bilancia
(23 ottobre - 22 novembre) Scorpione
(23 novembre - 21 dicembre) Sagittario
(22 dicembre - 20 gennaio) Capricorno
(21 gennaio - 19 febbraio) Aquario
(20 febbraio - 20 marzo) Pesci
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In quell'occasione il sessantaquattrenne Toscanini rifiuta di eseguire l'inno fascista "Giovinezza" e l'inno reale al cospetto del ministro Galeazzo Ciano e di Leandro Arpinati e per questa ragione, raggiunto in una via laterale del teatro da alcuni squadristi delle camicie nere, viene aggredito e schiaffeggiato
Nel riportare l'evento il giornalista Indro Montanelli, riferirà che tra gli aggressori figurava il giovane Leo Longanasi, una circostanza che secondo altre fonti non è confermabile.
Vista la situazione il maestro Arturo Toscanini rinuncia al concerto e si rifugia all'hotel Brun dove viene raggiunto dal federale Mario Ghinelli e da un gruppo di facinorosi al suo seguito, che gli intima di lasciare la città ha a cuore la propria incolumità; una mediazione di Ottorino Respighi con i gerarchi fascisti permette al compositore di accompagnare Toscanini al treno quella stessa sera.
Alcuni giorni dopo, il 19 maggio, l'assemblea regionale dei professionisti e artisti deplorerà "il contegno assurdo e antipatriottico" tenuto da Toscanini e sul giornale "L'Assalto" Leo Longanesi scriverà: "Ogni protesta, da quella del primo violino a quella del suonatore di piatti, ci lascia indifferenti".
Una vicenda destinata ad avere un seguito, che porterà Toscanini all'inviare una feroce lettera di protesta a Benito Mussolini, maturando poi la decisione di lasciare l'Italia, tornandovi a dirigere solo a guerra terminata.
In quell'occasione il sessantaquattrenne Toscanini rifiuta di eseguire l'inno fascista "Giovinezza" e l'inno reale al cospetto del ministro Galeazzo Ciano e di Leandro Arpinati e per questa ragione, raggiunto in una via laterale del teatro da alcuni squadristi delle camicie nere, viene aggredito e schiaffeggiato
Nel riportare l'evento il giornalista Indro Montanelli, riferirà che tra gli aggressori figurava il giovane Leo Longanasi, una circostanza che secondo altre fonti non è confermabile.
Vista la situazione il maestro Arturo Toscanini rinuncia al concerto e si rifugia all'hotel Brun dove viene raggiunto dal federale Mario Ghinelli e da un gruppo di facinorosi al suo seguito, che gli intima di lasciare la città ha a cuore la propria incolumità; una mediazione di Ottorino Respighi con i gerarchi fascisti permette al compositore di accompagnare Toscanini al treno quella stessa sera.
Alcuni giorni dopo, il 19 maggio, l'assemblea regionale dei professionisti e artisti deplorerà "il contegno assurdo e antipatriottico" tenuto da Toscanini e sul giornale "L'Assalto" Leo Longanesi scriverà: "Ogni protesta, da quella del primo violino a quella del suonatore di piatti, ci lascia indifferenti".
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