Accadde Oggi 04 dicembre 1829:
L’India proibisce il sati
Il governatore britannico in India lord William Bentinck, emana un regolamento che vieta la pratica del sati, il rito funebre che prevede, alla morte del marito, che la vedova si faccia ardere viva sulla sua pira funeraria in segno di devozione. Chi minacci o spinga la donna al suicidio verrà condannato alla pena capitale.
Accadde Oggi 04 dicembre 1829
196 anni fa - accaddeoggi.it ©
Il temine sati in sanscrito significa "fedele" oppure "virtuosa" e proviene dal nome della dea sposa di Siva che si era immolata nel fuoco dopo essere stata disonorata dal padre.
Il colonialismo britannico in India adotta l'ortografia "suttee" con cui a volte ancora oggi è indicata non solo la pratica ma anche la persona che compie il gesto sacrificale.
Nel 1829, un'epoca in cui si contavano circa 600 del genere ogni anno, il governatore britannico in India, lord William Bentinck, intervenne con una legge che vietava il sati equiparandolo agli altri delitti contro la persona.
Il provvedimento emanato il 4 dicembre di quell'anno prevedeva che chi fosse coinvolto nel suicidio della vedova, perché l'aveva minacciata o anche solo per avere intrapreso opera di convincimento a compiere il sacrificio, sarebbe stato condannato alla pena capitale.
Il fenomeno, che non riguardava la sola India, nel corso degli anni è andato via via diminuendo anche se sembrerebbe non ancora scomparso del tutto; la pratica del sati resta vietata e prevede l'arresto non solo per chi la promuove ma anche per chi vi assiste passivamente.
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Il governatore britannico in India lord William Bentinck, emana un regolamento che vieta la pratica del sati, il rito funebre che prevede, alla morte del marito, che la vedova si faccia ardere viva sulla sua pira funeraria in segno di devozione. Chi minacci o spinga la donna al suicidio verrà condannato alla pena capitale.
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Il temine sati in sanscrito significa "fedele" oppure "virtuosa" e proviene dal nome della dea sposa di Siva che si era immolata nel fuoco dopo essere stata disonorata dal padre.
Il colonialismo britannico in India adotta l'ortografia "suttee" con cui a volte ancora oggi è indicata non solo la pratica ma anche la persona che compie il gesto sacrificale.
Nel 1829, un'epoca in cui si contavano circa 600 del genere ogni anno, il governatore britannico in India, lord William Bentinck, intervenne con una legge che vietava il sati equiparandolo agli altri delitti contro la persona.
Il provvedimento emanato il 4 dicembre di quell'anno prevedeva che chi fosse coinvolto nel suicidio della vedova, perché l'aveva minacciata o anche solo per avere intrapreso opera di convincimento a compiere il sacrificio, sarebbe stato condannato alla pena capitale.
Il fenomeno, che non riguardava la sola India, nel corso degli anni è andato via via diminuendo anche se sembrerebbe non ancora scomparso del tutto; la pratica del sati resta vietata e prevede l'arresto non solo per chi la promuove ma anche per chi vi assiste passivamente.
Il colonialismo britannico in India adotta l'ortografia "suttee" con cui a volte ancora oggi è indicata non solo la pratica ma anche la persona che compie il gesto sacrificale.
Nel 1829, un'epoca in cui si contavano circa 600 del genere ogni anno, il governatore britannico in India, lord William Bentinck, intervenne con una legge che vietava il sati equiparandolo agli altri delitti contro la persona.
Il provvedimento emanato il 4 dicembre di quell'anno prevedeva che chi fosse coinvolto nel suicidio della vedova, perché l'aveva minacciata o anche solo per avere intrapreso opera di convincimento a compiere il sacrificio, sarebbe stato condannato alla pena capitale.
Il fenomeno, che non riguardava la sola India, nel corso degli anni è andato via via diminuendo anche se sembrerebbe non ancora scomparso del tutto; la pratica del sati resta vietata e prevede l'arresto non solo per chi la promuove ma anche per chi vi assiste passivamente.
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